La notizia della morte di Osama Bin Laden, lo "sceicco del terrore" per Studio Aperto e compagni di disinformazione, è rimbalzata da un media a un altro, di bocca in bocca, di paese in paese, egemonizzando le prime pagine dei giornali e le copertine dei tg: d'altra parte non capita tutti i giorni che l'uomo più ricercato del mondo venga trovato e ucciso. Ora, sarò il solito complottista, ma c'è qualcosa che non mi convince del tutto. Innanzitutto la presunta foto del cadavere si è rivelata essere un falso, per ammissione della stessa emitettente tv pakistana che l'aveva diffusa. In secondo luogo non si sa ancora che fine abbia fatto il corpo: una versione dice che è stato sepolto in mare, un'altra vuole la salma nella base americana di Bagram. In ogni caso mi pare strano che gli americani non l'abbiano ancora mostrato in pompa magna, come fecero con quelli dei figli di Saddam Hussein.
Tralasciando queste considerazioni che potrebbero essere smentite nelle prossime ore, vorrei soffermarmi su altro. Non condivido le esplosioni di gioia per la notizia, non tanto per una questione morale, piuttosto per una analisi abbastanza realista della situazione. Ok, Bin Laden è morto, ma la sua creatura, al Qaeda, è ancora viva e vegeta e, per come è strutturata, la presenza o meno del saudita è del tutto ininfluente. Senza contare che ora abbiamo creato un martire, anzi IL martire. Potremo continuare ad uccidere capi e militanti di al Qaeda a volontà, ma, finchè non elimineremo povertà e ignoranza, il fondamentalismo religioso continuerà ad avere un serbatoio pressocchè infinito a cui attingere. Non solo in Pakistan o Afghanistan, bensì in tutto il mondo.
Una riflessione a parte meriterebbe il fatto che Bin Laden -un po' come Saddam Hussein- non sia stato altro che una creazione americana successivamente sfuggita al controllo dei suoi padroni. Se il rais iracheno era utile in funzione anti iraniana -e questo nonostante i bombardamenti coi gas sui civili kurdi- il saudita lo era nella lotta contro i sovietici in Afghanistan. Non bisogna dimenticare, infatti, che Bin Laden fondò il Maktab al-Khidamat (MAK), una organizzazione dedita all'addestramento di mujaheddin e alla raccolta di fondi per sostenere la lotta contro l'Armata Rossa, con la complicità dei servizi segreti pakistani, a loro volta foraggiati dalla CIA che li utilizzava come tramite. Successivamente il MAK andò a costituire l'ossatura di al Qaeda che nacque dall'incontro del saudita -e delle sue disponibilità economiche- con l'egiziano al-Zawahiri, leader della Jihad Islamica Egiziana, fautore di una Jihad mondiale. Questo però, negli speciali a là Bruno Vespa, si dimenticano sempre di dirlo.
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