domenica 16 ottobre 2011

Riflessioni varie sul 15 ottobre

Questo post non avrebbe mai dovuto vedere la luce. In primis perchè avevo deciso di concludere questo progetto in maniera più o meno definitiva, a causa di varie questioni personali. In secondo luogo perchè speravo di non dover leggere/vedere/sentire certe cose relative alla giornata di ieri. Purtroppo - o per fortuna - mi è successo ed eccomi di nuovo qui a scrivere, cercando di sfogare l'incazzatura cosmica che mi è montata nel modo più costruttivo che mi è venuto in mente.

Non ho la minima intenzione di stare a gettare altre parole nel calderone infernale della paranoia parlando di infiltrati, tanto meno voglio scadere nella retorica della manifestazione rovinata da quattro facinorosi. A quello, e a creare il clima da caccia alle streghe, ci pensa già la redazione di Repubblica.

Partiamo con certe dichiarazioni che a mio avviso sono agghiaccianti, come quelle di chi parla apertamente di "nemici" e di "regolamenti" con questa o quella realtà. Agghiaccianti perchè lasciano trapelare un disegno egemonico volto a delegittimare e spazzar via qualsiasi tipo di pratica o contenuto ritenuto non conferme alla loro prassi politica. Per dirla chiaramente è un atteggiamento dalle forti tinte autoritarie, per non dire fasciste. Il tutto in barba ai proclami sul bisogno di democrazia. La cosa tuttavia non mi stupisce più di tanto, visto che provengono da personaggi che di fatto hanno sempre utilizzato i movimenti per lanciare le proprie candidature politiche: prima coi Verdi, poi con Rifondazione e infine in proprie liste civiche. La poltrona prima di tutto e con ogni mezzo necessario.

Si è arrivati anche a pubblicare in rete i primi piani di "presunti black bloc", foto date in pasto ad una folla forcaiola che chiede a gran voce provvedimenti draconiani. Gente che si definisce "democratica" e che finisce con l'usare gli stessi metodi dei regimi e con lo scordarsi che in uno stato formalmente "democratico" esiste una cosa chiamata presunzione di innocenza. Gente che esultava per le rivolte in Egitto e Tunisia e che ora inorridisce davanti ad una Mercedes data alle fiamme, come se Ben Alì e compagnia bella fossero stati cacciati a suon di parate colorate. Gente che in piazza invocava a gran voce le cariche contro i "violenti" - che probabilmente sono i loro figli o nipoti - salvo poi augurare la morte al vigile che gli dà la multa per aver parcheggiato in doppia fila. Gente che vuole mettersi a fare il poliziotto a tutti i costi, incurante del fatto che oggi tocca al "violento" mentre domani potrebbe toccare a chiunque. Ah, già, loro non hanno nulla da nascondere...

Finisco coi giornali. Finisco con il Corriere che rilancia l'appello a segnalare alla Polizia chiunque possa essere stato implicato in azioni violente. Finisco con Repubblica che, pur di non mostrare la polizia che attacca il corpo del corteo, i blindati lanciati a folle velocità in mezzo alla folla e contro il Tir dei Cobas, preferisce mostrare una statua della Madonna fatta a pezzi.

Questa è l'Italia e questi sono gli italiani. Svegliatevi gente.