lunedì 23 aprile 2012

Il feticcio e la mela

Stamattina ho visto qualcosa che ha dell'incredibile. In un primo momento ho pensato che potesse essere il frutto di qualche allucinazione prodotta da un risveglio brusco e piuttosto spiacevole, per cui ho rivisto il tutto un altro paio di volte, giusto per fugare ogni dubbio e giungere così ad accettare la triste realtà: era tutto vero. La "sconvolgente visione" altro non è che il video (lo trovate qui) l'inaugurazione di un Apple Store - l'ennesimo - in quel di Roma. 

A sconvolgermi non sono tanto le file chilometriche o il fatto che ci sia gente accampata fuori dal negozio per assicurarsi di arrivare prima di altri al tanto agognato gingillo elettronico. D'altra parte ognuno è libero di impiegare il proprio tempo libero nel modo ritenuto più consono. E poi lo sappiamo, i prodotti della Apple sono diventati un vero e proprio fenomeno di massa, uno status symbol da sfoggiare. Alla faccia del tanto decantato "think different".

A sconvolgermi sono il balletto dei dipendenti, la ola ai primi clienti che entrano nel negozio - tutti intenti ad immortalare il momento col loro Iphone - e il clima saturo di fanatismo. Tutte gestualità codificate che fanno parte di un vero e proprio rituale parareligioso, in cui l'oggetto del desiderio assurge al ruolo di feticcio del nuovo Dio dell'umanità: il capitale. Con buona pace di Nietzsche, si intende. Dio sarà pure morto, ucciso dagli stessi uomini, ma il suo sostituto, forse, è anche peggio.

domenica 22 aprile 2012

Segnalazione sito: veganando.it

Approfitto di questo post, oltre che per dimostrare a tutti che sono ancora vivo, per segnalare la pagina web curata da due miei cari amici e dedicata alla cucina vegana: veganando.it

Sul sito è presente anche una ricetta del sottoscritto - ebbene sì, faccio coming out, sono vegano - che ha proposto un fantastico quanto insolito risotto alle mele (l'immagine di accompagnamento al post non è altro che il risotto in questione impiattato). Cucinare è una delle mie passioni segrete, così come la sperimentazione tra i fornelli, quindi penso proprio che in futuro su veganando - che è costantemente aggiornato - compariranno altre ricette proposte dal sottoscritto. Date un'occhiata al sito, anche se non siete vegani o vegetariani, provate anche voi qualche ricetta, consigliatelo ai vostri amici: ve ne saremo grati :)

domenica 15 aprile 2012

Quel 28 maggio non è successo nulla

Il 28 maggio 1974 a Brescia, in piazza della Loggia, non è successo assolutamente nulla. Nessuna manifestazione antifascista, nessuna bomba dentro ad un cestino, nessun morto e nessun ferito. Perchè lo Stato ha deciso che per quella strage, una delle tante che ha insanguinato la penisola nel secondo dopoguerra, non esistono colpevoli. 

Perchè l'assoluzione in appello di Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte e del generale dei carabinieri Francesco Delfino, oltre all'inammissibilità dei ricorsi contro Pino Rauti, presentati da due delle parti civili, che ora dovranno sobbarcarsi pure il pagamento delle spese processuali, significa soltanto questo. Alla fine il lungo lavoro di depistaggio, iniziato il giorno stesso della strage, quando i vigili del fuoco pulirono il selciato con le autopompe distruggendo una quantità enorme di prove prima che queste fossero raccolte e analizzate, è riuscito nel proprio intento. Quale? Quello di impedire il raggiungimento di una verità processuale super partes in grado di bloccare l'emergere di zone grigie, da sempre terreno fertile per balzane teorie - vedi quella della presunta doppia bomba a piazza Fontana, riproposta anche nel film di Marco Tullio Giordana - e revisionisti di ogni tipo che in Italia trovano terreno più fertile che altrove. D'altra parte siamo anche uno dei paesi con la più grande tradizione di apparati deviati dello Stato, servizi segreti collusi e tentativi golpisti più o meno bianchi. Chi manovrava i fili è morto da tempo o tiene la bocca rigorosamente cucita, mentre lo Stato, il 14 aprile come tante altre volte in passato, assolve se stesso.




venerdì 13 aprile 2012

Recensione: Aldous Huxley - L'isola

Autore: Aldous Huxley
Titolo: L'isola
Casa Editrice: Oscar Mondadori
Anno: 2011 (XV ristampa)
Prezzo: 10,00 €

Una delle più grandi colpe del sottoscritto è stata quella di accantonare, momentaneamente si intende, le recensioni di libri. Il motivo è abbastanza semplice: senza un lavoro fisso e con entrate tutt'altro che stabili è piuttosto difficile riuscire a comprarsi libri freschi di stampa, visto il costo esorbitante che tendono ad avere le nuove uscite editoriali. Tuttavia, la storia della letteratura mondiale è piena di classici che vale la pena (ri)leggere, quindi, salvo rare eccezioni, a partire da oggi mi concentrerò proprio su volumi di questo tipo.

Trama: Naufragato sulle coste inaccessibili dell'immaginaria isola di Pala, un viaggiatore del nostro tempo fa conoscenza con una cultura che si avvicina alla perfezione. Gli abitanti dell'isola, infatti, quasi completamente isolati da ogni contatto con l'esterno, hanno tentato di realizzare un progetto di società ideale, basata sul superamento di ogni complesso, sull'ampliamento della consapevolezza e sulla fusione armonica con la natura. Ma anche questa moderna, solare Utopia è destinata a venire travolta dalla barbara violenza della "civiltà" moderna. (Estratto dalla quarta di copertina)

Commento: Scritto una trentina di anni dopo "Il mondo nuovo", "L'isola" sembra rappresentare una sorta di risposta utopica di Huxley allo scenario distopico da lui stesso creato nel romanzo del 1932. Quella presente sull'isola di Pala è una società frutto di una commistione tra moderno sapere scientifico e millenaria tradizione spirituale orientale, quella stessa tradizione che stregò lo scrittore britannico, in cui progresso scientifico e progresso spirituale vanno di pari passo, puntellandosi a vicenda. A fare da contraltare a questo vero e proprio paradiso terrestre vi è il vicino stato di Rendang, afflitto dalla sovrappopolazione e da una povertà, e governato da un feroce regime militare. In questo vicino bellicoso Huxley concentra tutte le qualità negative della moderna società occidentale, a partire dal desiderio di rapina e prevaricazione. Una sorta di "memento" che, al lettore meno distratto, non può che far tornare alla mente "Ritorno al mondo nuovo"...