Che il sottoscritto abbia una passione segreta per i viaggi alternativi e in particolare per la Mongolia - basta leggere la recensione di "In Mongolia in retromarcia" per rendersene conto - è abbastanza risaputo. Non a caso il post di oggi va preso come una specie di segnalazione di un itinerario di viaggio alternativo, decisamente al di fuori dei percorsi del turismo di massa, oltre ad essere la segnalazione di un bel blog americano che racconta il viaggio di due storici dilettanti da Ulan Bataar a Khalkin Gol.
Ma cosa ha di tanto speciale questa sconosciuta località mongola? Semplice, è stata teatro di una delle battaglie più importanti - e una delle meno conosciute - del Ventesimo secolo. Il fiume Khalkin Gol ha segnato fino al 1945 il confine tra Mongolia e Manciuria, all'epoca stato fantoccio sotto il controllo nipponico. Nel 1939, anno della battaglia, la situazione era più che mai esplosiva: a seguito dello sconfinamento di un piccolo distaccamento di cavalleria mongola ebbe inizio una vera e propria escalation militare che portò ad uno scontro armato di grandi dimensioni (maggio). Mentre i giapponesi schieravano l'intera sesta armata, i sovietici risposero inviando nell'area il comcor Zhukov e un ingente quantitativo di mezzi corazzati. Quest'ultimo lanciò il 15 agosto un'offensiva mandando sul campo tutte le sue forze meno due brigate corazzate che riuscirono ad aggirare il nemico sui fianchi. I giapponesi, una volta circondati, si arresero il 16 settembre. I giornali dell'epoca diedero pochissimo risalto alla notizia, presi come erano dagli avvenimenti in Europa (Hitler aveva invaso la Polonia il 1 settembre).
Il perchè questa battaglia è così importante è presto detto. Innanzitutto segna una volta per tutte la fine delle mire nipponiche sull'Estremo Oriente sovietico. Dopo la sconfitta al lago Khasan (1938) e dopo Khalkin Gol i giapponesi iniziarono a progettare la propria espansione nel Pacifico e non è sbagliato pensare che proprio la vittoria di Zhukov abbia salvato l'Unione Sovietica da un secondo fronte in Siberia nel '41, secondo fronte che quasi sicuramente sarebbe stato fatale. Inoltre questo episodio rappresenta anche un punto di svolta per la carriera del comandante sovietico - è ricordato e commemorato ancora oggi in Mongolia - che diventerà il protagonista assoluto delle battaglie di Leningrado, Mosca, Stalingrado e Berlino.
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