venerdì 24 giugno 2011

Recensione: Fatherland

Autore: Robert Harris
Titolo: Fatherland
Casa Editrice: Oscar Mondadori
Anno: 2011 (XXII ristampa)
Prezzo: 9,50 €

Ieri si parlava di ucronia e il sottoscritto aveva promesso la recensione di un romanzo di questo genere in tempi brevi. Ecco, come potete vedere, sono il tipo che mantiene la parola data. La scelta è caduta su un classico, "Fatherland" dell'inglese Robert Harris, che ho cercato a lungo finchè, un bel giorno, me lo sono trovato davanti alla Feltrinelli: nonostante i pochi soldi in tasca non ho potuto fare a meno di comprarlo; e non me ne sono pentito, anzi.

Trama: Berlino, 1964. Il mondo è diviso tra una Germania uscita vincitrice dalla Seconda Guerra Mondiale e gli Stati Uniti d'America. Dopo anni di tensione, una vera e propria Guerra Fredda alternativa, il settantacinquenne Adolf Hitler è pronto a ricevere la visita del presidente americano Kennedy: è l'inizio della tanto attesa distensione. Nel frattempo, però, avviene un fatto apparentemente insignificante: in un fiume viene recuperato un cadavere. L'ispettore della Kriminalpolizei Xavier March viene assegnato alle indagini e ben presto si viene a scoprire che il morto è un personaggio in vista del regime. Il poliziotto inizia ad indagare molto a fondo...troppo a fondo per i gusti di qualcuno...

Commento: Harris riesce ad inserire magistralmente elementi ucronici e fantapolitici in una solida struttura narrativa che vi terrà incollati dalla prima all'ultima pagina. La Berlino descritta da Harris ricalca fedelmente i faraonici progetti dell'architetto del regime Albert Speer e altrettanto credibili sono l'assetto sociale e la struttura del regime nazista, vista la presenza nel romanzo di numerosi personaggi realmente esistiti. Libro fortemente consigliato.

Nessun commento:

Posta un commento