martedì 1 maggio 2012

Primo maggio e lavoro

Approfitto del primo maggio e di alcuni dati che sono stati resi pubblici di recente, per parlare delle condizioni abbastanza disastrose in cui versano il lavoro e i lavoratori in Italia. Se già l'anno scorso non ero molto ottimista, come testimonia la conclusione di questo post, ora sono sprofondato in una sorta di pessimismo cosmico di leopardiana memoria.

In effetti i dati divulgati dalla ILO (International Labour Organisation) sulla disoccupazione sono tutt'altro che positivi. Nell'ultimo trimestre del 2011, infatti, la percentuale dei senza lavoro è arrivata al 9,7%, pari a 2,1 milioni di persone. Il dato è comunque parziale, in quanto non tiene conto dei circa 250.000 cassaintegrati e dei circa 300.000 esodati. Le percentuali salgono ad un incredibile 32,6% - uno dei valori più alti all'interno dell'Unione Europea - se si parla di disoccupazione giovanile. Attualmente trovare un lavoro è talmente difficile che ben il 5% dei disoccupati ha definitivamente rinunciato a cercare un impiego, mentre circa 1,5 milioni di giovani sono classificabili come Neet, ovvero come ragazzi che non lavorano nè seguono corsi di formazione professionale. Questi due dati sono abbastanza eloquenti e dipingono alla perfezione il clima di sfiducia che si è venuto a creare nei confronti del mondo del lavoro.

Le brutte notizie colpiscono anche chi un lavoro è riuscito a trovarlo. Gli assunti con contratti a tempo determinato o part time hanno raggiunto rispettivamente il 13,4% e il 15,2% dei lavoratori regolari. Inoltre il 50% dei contratti part time e il 68% di quelli a tempo determinato non sono frutto della libera scelta del lavoratore: in parole povere sono veri e propri ricatti, della serie "o accetti queste condizioni o te ne stai a spasso". L'unica soluzione che il governo è riuscito ad escogitare è una ulteriore deregolamentazione del mondo del lavoro che comporterà un'ennesima rinuncia ai diritti conquistati con le lotte dell'ultimo secolo. Come se il vero problema dell'Italia fosse l'articolo 18 e non la corruzione a livelli da repubblica delle banane. O le grandi aziende come Fiat e Piaggio che preferiscono delocalizzare rispettivamente in Serbia o in India per continuare ad avere utili da record pagando meno la manodopera.

Concludo parlando brevemente del concerto del primo maggio a Roma, visto che la giornata è anche questo. O solo questo per qualcuno. Durante dei controlli di routine durante il montaggio del palco, i carabinieri hanno riscontrato numerose violazioni in materia di sicurezza del lavoro, denunciando 8 persone e comminando ben 43.000 euro di multe. Una situazione un po' paradossale visto che l'evento è organizzato da chi si riempie da sempre la bocca di parole sulla sicurezza dei lavoratori e che rappresenta perfettamente quello che accade con gli appalti a ribasso: costi inferiori si ottengono o risparmiando sui materiali, oppure sulla sicurezza dei lavoratori (spesso in nero, anche se non in questo caso). Sembra veramente che non si sia imparato nulla da quanto accaduto mentre si montavano i palchi della Pausini o di Jovanotti, tanto da spingere il Collettivo Autorganizzato Operai dello Spettacolo Live di Roma a scrivere questa lettera agli artisti che si esibiranno oggi in piazza S. Giovanni.

Ma tanto l'importante è godersi il concerto fregandosene del lavoro - e delle sue condizioni - che ci sono dietro, vero sedicenti rivoluzionari della domenica mantenuti da papi?

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