domenica 6 maggio 2012

Diventare zio

Ci sono poche cose al mondo in grado di far riflettere profondamente una persona quanto la nascita e la morte. D'altra parte si tratta del punto d'inizio e della conclusione del percorso biologico di ogni individuo umano e non, quindi penso sia più che lecito e normale porsi qualche domanda sul senso di tutto questo, a meno ovviamente di avere la profondità e la sensibilità di una pozzanghera. 

Di norma ho sempre evitato riflessioni troppo personali ed intimiste in questo blog, tuttavia in questa domenica uggiosa sento l'impellente bisogno di esternare un po' di pensieri che mi frullano dalla testa da quando, un paio di mesi fa, ho scoperto che questo autunno sarei diventato zio. La notizia mi ha scombussolato un po', sia perchè è arrivata piuttosto inaspettata, sia perchè mi ha spinto ad interrogarmi su quelle che saranno le condizioni del pianeta quando nascerà mio nipote. Sicuramente sarà un mondo profondamente diverso rispetto a quello in cui sono cresciuto io, così come il mio è stato diversissimo da quello dell'infanzia dei miei genitori, per tutta una serie di fattori sociali, economici, culturali, ma anche e soprattutto  per via di fattori di carattere ambientale. L'inquinamento, il surriscaldamento globale e le loro conseguenze - desertificazione, innalzamento degli oceani, eccetera - sono minacce reali e sono in grado di modificare radicalmente il pianeta, innescando reazioni a catena impossibili da controllare. Questo processo ormai va avanti da decenni, ma probabilmente a pagare il prezzo maggiore delle sue conseguenze sarà proprio la generazione di mio nipote e dei miei figli, ammesso che ne abbia.

Non so spiegarlo bene, però è come se sentissi una sorta di responsabilità intergenerazionale nei loro confronti. Forse è per questo che ho iniziato a documentarmi sui cambiamenti climatici in atto, sulle loro cause e sui loro effetti, analizzando documentazione di vario tipo e iniziando a giungere a determinate conclusioni (è anche per questo che sto aggiornando poco il blog in questo periodo). Sono perfettamente consapevole che un'azione individuale ha un peso pressoché nullo se sull'altro piatto della bilancia ci sono ben sette miliardi di persone. Tuttavia la somma di tante azioni individuali può spostare l'ago della bilancia in una direzione piuttosto che in un'altra, quindi, nonostante una certa venatura di pessimismo cosmico, sono piuttosto ottimista circa una possibile inversione di rotta. La chiave di tutto sta nell'informazione e nella consapevolezza che tutto dipende da noi.

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