venerdì 9 marzo 2012

Svastica

Diciotto anni fa moriva nella sua casa di San Pedro, stroncato da una leucemia all'età di 73 anni, Henry Charles Bukowski. Ora, non è mia intenzione fare il classico post apologetico in cui si decantano le virtù del compianto scrittore: non amo questo genere di cose e sono convinto che lo stesso Bukowski non apprezzerebbe. "Intanto stai scrivendo..." direte voi e a pensarci bene avete anche un po' di ragione, tuttavia lo faccio solamente per segnalare uno dei racconti meno conosciuti dello scrittore americano, "Svastica".
Il racconto è presente nell'edizione originale di "Storie di ordinaria follia", ma non in quelle italiane; una vera e propria mancanza, considerato che il brano in questione è forse uno dei più originali e meglio riusciti dell'intera opera bukowskiana. Il motivo di tale "censura" non è di mia conoscenza, ma non mi stupirebbe se fosse dovuto esclusivamente al titolo, visto che anche l'Italia della cultura ha più e più volte dimostrato di essere niente più che un'Italietta da due soldi. Ad ogni modo vi lascio con il link dove poter scaricare "Svastica" in formato digitale. Leggete e se avete voglia tornare a riferire le vostre impressioni nei commenti.


"Nella prossima vita voglio essere un gatto. Dormire venti ore al giorno e aspettare che ti diano da mangiare. Starsene seduti a leccarsi il culo. Gli umani sono dei poveretti, rabbiosi e fissati."

Chissà vecchio Buk, magari le vie misteriose del destino, quello stesso destino che ti ha salvato da una morte quasi certa nell'ospedale dei poveri, ti ha accontentato.

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