martedì 6 marzo 2012

Per un pugno di dollari

Ieri ho scritto un post in cui parlavo delle varie strategie che possono essere messe in atto dal potere per delegittimare un movimento di protesta, ovvero repressione e demonizzazione attraverso i media. A dire il vero ce ne sarebbe pure un'altra che ho omesso non tanto per svogliatezza, quanto piuttosto per un mio errore di valutazione. Non credevo, infatti, che il Governo fosse così alla frutta da arrivare in così poco tempo alla "fase tre". Mentre girava voce che Napolitano, l'uomo del "dialogo", non avrebbe accolto la delegazione dei sindaci valsusini - politici, amministratori, mica blecche blocche della domenica - in quanto "saturo di impegni", sul sito di Repubblica compariva questo articolo.

Eccola la "fase tre", quella dettata dalla disperazione e dalla forsennata ricerca di un consenso che in Valle non c'è e non ci sarà mai. Ecco come chi detiene le leve del potere vuole far leva, in pieno periodo di crisi, sugli istinti più gretti dell'animo umano per spingere i valsusini a firmare un patto faustiano: un pugno di quattrini in cambio della valle e delle loro anime.

L'assurda pretesa di poter monetizzare il peggioramento delle condizioni di vita di una comunità e la devastazione ambientale in una intera valle, mostra l'assoluta miopia di chi ormai è abituato a ragionare esclusivamente in termini economici, incurante del rispetto della vita umana e della Natura. E dimostra anche l'arroganza di chi non ha ancora capito nulla di quella valle e di quei coraggiosi valligiani.

Monti, Napolitano...sarà düra!

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