domenica 15 aprile 2012

Quel 28 maggio non è successo nulla

Il 28 maggio 1974 a Brescia, in piazza della Loggia, non è successo assolutamente nulla. Nessuna manifestazione antifascista, nessuna bomba dentro ad un cestino, nessun morto e nessun ferito. Perchè lo Stato ha deciso che per quella strage, una delle tante che ha insanguinato la penisola nel secondo dopoguerra, non esistono colpevoli. 

Perchè l'assoluzione in appello di Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte e del generale dei carabinieri Francesco Delfino, oltre all'inammissibilità dei ricorsi contro Pino Rauti, presentati da due delle parti civili, che ora dovranno sobbarcarsi pure il pagamento delle spese processuali, significa soltanto questo. Alla fine il lungo lavoro di depistaggio, iniziato il giorno stesso della strage, quando i vigili del fuoco pulirono il selciato con le autopompe distruggendo una quantità enorme di prove prima che queste fossero raccolte e analizzate, è riuscito nel proprio intento. Quale? Quello di impedire il raggiungimento di una verità processuale super partes in grado di bloccare l'emergere di zone grigie, da sempre terreno fertile per balzane teorie - vedi quella della presunta doppia bomba a piazza Fontana, riproposta anche nel film di Marco Tullio Giordana - e revisionisti di ogni tipo che in Italia trovano terreno più fertile che altrove. D'altra parte siamo anche uno dei paesi con la più grande tradizione di apparati deviati dello Stato, servizi segreti collusi e tentativi golpisti più o meno bianchi. Chi manovrava i fili è morto da tempo o tiene la bocca rigorosamente cucita, mentre lo Stato, il 14 aprile come tante altre volte in passato, assolve se stesso.




Nessun commento:

Posta un commento