martedì 13 settembre 2011

Libro...quanto mi costi! parte 2

Nella prima parte di questo "mega post" ho parlato del costo dei libri in formato cartaceo. Giusto per restare in tema - e per puro masochismo - l'argomento della seconda parte sarà il costo dei libri in formato digitale, i cosiddetti ebook. Il formato digitale spopola nei quattro angoli del mondo civilizzato, tranne - stranamente - in Italia. Ok, dal punto di vista tecnologico e informatico siamo ai livelli dello Swaziland, se non peggio. Rendiamoci conto che c'è ancora gente che non è in grado di allegare un documento ad una mail e non sto parlando di gente di una certa età, visto che - tanto per fare un esempio - mio padre sa usare il pc tanto quanto me. Tuttavia ridurre le cause dello scarso successo degli ebook in Italia al solo analfabetismo informatico degli abitanti del Bel Paese mi pare un po' troppo riduttivo. Analizziamo, quindi, la situazione.

Partiamo con ordine. La prima cosa che balza all'occhio è la diversa dignità conferita al libro in formato cartaceo e al libro in formato digitale. Il primo ha l'IVA al 4%, mentre il secondo è gravato da una imposta pari al 20% (21 quando il testo della manovra economica verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale). Questo perchè l'ebook non è attualmente considerato un prodotto editoriale. Avete capito bene: "Cime Tempestose" stampato su carta è un libro a tutti gli effetti, mentre la sua versione digitalizzata è un semplice "software informatico". Già questo dovrebbe far capire quanto sono miopi i legislatori italiani, ma d'altra parte vedendo i soggetti non c'è nulla di cui meravigliarsi.

La seconda cosa di cui ci si accorge è il prezzo spropositato degli ebook. Precisazione più che doverosa: mi riferisco solo a quelli rilasciati dai grandi editori "ufficiali" e non a quelli degli editori minori o a quelli autoprodotti. Facciamo un altro esempio. Prendiamo il già recensito "L'inattesa piega degli eventi" di Enrico Brizzi e confrontiamo su IBS i prezzi delle due versioni. Il prezzo della versione cartacea è di 11,90 € (nell'edizione del 2009 e salvo sconti), mentre la versione elettronica costa ben 9,49 €, solo due euro di meno. Rileggendo velocemente la prima parte vediamo che un prezzo così alto è del tutto ingiustificato, visto che l'editore non deve sostenere le spese di stampa e che la distribuzione è del tutto assente, in quanto non c'è nulla di fisico da trasportare da un posto ad un altro.

Ora, io sono parecchio malizioso, ma la cosa mi puzza parecchio. Internet è libero per antonomasia e può permettere a chiunque, soprattutto ad un autore emergente (magari di talento e mai considerato dagli editori nostrani), di promuovere e distribuire le proprie opere (a prezzo "popolare" o anche gratuitamente) senza dover passare attraverso la trafila delle case editrici. Case editrici che spesso e volentieri pubblicano solo nomi noti che assicurano un grande numero di vendite o che preferiscono puntare direttamente sugli autori stranieri. Inoltre permette ai lettori di scegliere tra un testo mediocre e uno di buona qualità, portando così ad una sorta di selezione naturale. Che i prezzi così elevati siano un tentativo di eliminare sul nascere una potenziale (e pericolosa) concorrenza?

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