"L'accadimento giapponese ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi al referendum, non avremmo avuto il nucleare in Italia per tanti anni. Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria, per chiarire la situazione giapponese e tornare tra due anni a un'opinione pubblica conscia della necessità nucleare"
Non ci voleva certo un genio per capire che la moratoria al nucleare made in Italy fosse dettata unicamente dal timore di una affluenza plebiscitaria alle urne per i referendum. "I", perchè vale la pena ricordare che non c'è in ballo solo il nucleare. E varrebbe la pena ricordare anche che i referendum hanno validità quinquennale, quindi, anche se vincessero i "sì", si tratterebbe solo di una battaglia e non di tutta la guerra. Le parole di Mister B. non sono altro che la conferma di un sospetto (anche se a dirla tutta era già fin da subito qualcosa di più di un semplice sospetto). L'unica cosa che mi lascia perplesso è la scelta della tempistica: il venticinquesimo anniversario di Chernobyl probabilmente non era la data ideale.
Buona apocalisse nucleare a tutti.
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