Visto il successo del primo articolo sui serial killer, dedicato ad Andrej Chikatilo, ho deciso di realizzarne un altro, dedicato ad un americano. Richard Kuklinski, noto come "The Iceman", è piuttosto particolare come assassino seriale, visto che è riuscito a trasformare questa sua pulsione in una vera e propria professione.
Nato nel 1935 a Jersey City da padre polacco e madre irlandese vive la sua infanzia subendo percosse e umiliazioni di vario tipo. Il padre era un tipo piuttosto violento, tanto che arrivò ad uccidere il suo primogenito, avvenimento che avrà serie ripercussioni nella psiche del giovane Richard, tanto che a partire da quel momento iniziò a voler desiderare la morte violenta del genitore. Iniziò con l'uccidere gli animali randagi che vivevano nel quartiere e ben presto commise il suo primo omicidio. La vittima era Charley Lane, un bullo di quartiere che si divertiva a tormentare il giovane Kuklinski. Fu ucciso a bastonate e il suo cadavere venne occultato fuori città. Col passare degli anni divenne il capo di una gang specializzata in rapine ai supermercati e furti con scasso.
La svolta nella sua vita arriva grazie all'incontro con un mafioso italo-americano della famiglia De Cavalcante. Divenne il suo sicario e in breve tempo il suo nome iniziò a circolare tra le varie famiglie mafiose che richiedevano i suoi servizi su tutto il territorio statunitense e, talvolta, anche all'estero.
Nonostante la stazza imponente (2 metri per un centinaio di kg) riusciva a non dare nell'occhio durante i pedinamenti ed era estremamente rapido nell'avvicinarsi alle proprie vittime che amava uccidere col coltello, considerato più "intimo", pur essendo in grado di utilizzare un ampio repertorio di armi, veleno compreso. Spesso poi si limitava a stordire o ferire gravemente la sua vittima, per poi lasciarla legata in una grotta dove i ratti e i topi di campagna avrebbero fatto il resto del lavoro. Il tutto veniva poi ripreso da una telecamera, il cui filmato veniva poi consegnato al committente che aveva espressamente richiesto una morte lenta e dolorosa.
Pur avendo collezionato un numero di vittime impressionanti -che secondo alcuni supera le 200 unità - Kuklinski si attenne sempre ad un codice morale: donne e bambini erano intoccabili e spesso inflisse punizioni tremende a pedofili e stupratori.
Nella vita privata Richard si sposò con una ragazza italo-americana, Barbara Pedrici, dalla quale ebbe tre figli. In famiglia alternava momenti di estrema dolcezza a scatti di ira incontrollata, tanto che la moglie arrivò a dire "Avevo sposato due Richard, quello buono e quello cattivo". La moglie non sospettò mai delle attività criminali del marito, anche a causa del timore per eventuali reazioni violente, fino al suo arresto avvenuto l'11 dicembre 1987, con l'aiuto di un infiltrato.
Fu condannato a 6 ergastoli e non alla pena di morte grazie all'assenza di testimoni oculari degli omicidi. Fu rinchiuso in una prigione del New Jersey dove si trovava anche un suo fratello. Questi era stato condannato per lo stupro e l'omicidio di una dodicenne: Richard non volle avere più nulla a che fare con lui. Durante la prigionia venne convinto a rilasciare numerose interviste e scrisse anche un'autobiografia in cui confessò tutti i suoi innumerevoli omicidi. Morì il 5 marzo 2006 per cause naturali. Tuttavia, visto il suo coinvolgimento in alcuni dei più celebri omicidi di mafia (come quelli di Carmine Galante e Paul Castellano), il sospetto che sia stato messo a tacere è molto forte.
Nessun commento:
Posta un commento