domenica 31 marzo 2013

Recensione: Leonardo Vittorio Arena - Kamikaze

Autore: Leonardo Vittorio Arena
Titolo: Kamikaze. L'epopea dei guerrieri suicidi
Genere: Saggistica - Storia Contemporanea - Seconda Guerra Mondiale
Casa Editrice: Oscar Storia Mondadori
Anno: 2004 (ristampa 2009)
Prezzo: 9,80 €

Kamikaze, il vento divino, il tifone che per ben due volte salvò l'arcipelago giapponese dalle invasioni mongole distruggendo la flotta di Qubilai Khan. Un termine che col tempo ha modificato radicalmente il proprio significato, andando ad indicare in un primo momento i piloti delle "tokkotai", i corpi speciali d'attacco, durante la Seconda Guerra Mondiale e successivamente gli attentatori suicidi in genere. Si tratta di un accostamento quanto mai improprio: all'epoca il Giappone era in guerra con gli Stati Uniti, un conflitto estremamente brutale in cui tutte le parti in campo si sono macchiate di crimini sconcertanti, e i piloti delle unità kamikaze, forse gli unici in tutte le forze armate nipponiche, si limitarono a colpire solo ed esclusivamente obiettivi militari e quindi legittimi.

Ma chi erano questi piloti? Erano tutti volontari? Speravano in una ricompensa dopo la morte? Cosa li spingeva deliberatamente verso il suicidio? Si tratta di domande apparentemente semplici, ma a cui risulta estremamente complesso trovare delle risposte soddisfacenti, soprattutto se non si conoscono a fondo l'anima e la cultura nipponiche. Gli stessi americani non compresero mai il loro avversario, proiettando su di essi il proprio codice morale, non riuscendo a immaginare l'impatto sulla società nipponica della loro richiesta di una resa incondizionata. Dal canto loro i giapponesi proiettarono sugli americani la propria condotta militare, paventando uccisioni di massa, stupri e saccheggi in caso di sconfitta; un enorme incentivo a continuare la guerra anche quando le prospettive di vittoria svanirono completamente.

Una chiave di lettura per comprendere i kamikaze può essere la conoscenza del bushido, la via del guerriero per gli antichi samurai, interiorizzata dai militari nipponici, specialmente dagli appartenenti della marina, ma non solo. La sconfitta? Disonore. La resa? Semplicemente inconcepibile. D'altra parte il destino di un guerriero era morire, quindi tanto valeva farlo recando il maggior danno possibile al nemico... Solo in questo modo è possibile concepire l'idea di schiantarsi con un aereo contro le navi nemiche, l'utilizzo dei kaiten, vere e proprie torpedini umane che non lasciavano alcuna speranza di salvezza all'equipaggio, le cariche banzai di Guadalcanal, i nikudan (letteralmente "uomini proiettile") di Saipan o l'altrimenti incomprensibile sacrificio della Yamato.

Fondamentalmente saggio storico, ma a tratti testo filosofico e psicologico, l'opera di Arena riesce a ricostruire la storia dei kamikaze, ma anche e soprattutto la loro profonda spiritualità, dipingendo un affresco accattivante che incentiva il lettore a divorare il libro e a ricercare ulteriori informazioni in materia. Consigliatissimo.

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